domenica 2 maggio 2010

Acqua, bene essenziale.





"L’orbe terrestre è sostenuto dall’acqua", disse Talete di Mileto: l´acqua è il primo pensiero di colui che è riconosciuto come il primo filosofo, il pensatore che inaugura l´indagine scientifica e metafisica nel mondo della natura.

Chissà cosa penserebbe Talete di questa nostra acqua privatizzata e gestita come se fosse una semplice merce, senza più nessun ricordo degli antichi giuramenti degli dei, e sottoposta a leggi forse meno che umane. Infatti, l´art. 23 bis/comma 1 del ddl 112/2009, scritto dal ministro Tremonti, prevede esplicitamente che la gestione dei servizi idrici sia sottomessa alle regole dell’economia capitalistica, mentre l´art. 15 del ddl 135/2009, il cosiddetto decreto Ronchi, rende obbligatorio il ricorso alle gare per la concessione della gestione di alcuni servizi pubblici locali: queste recenti disposizioni prevedono che l´acqua dipenderà in maniera ancora più rigida dallo stretto dominio del mercato e delle politiche liberiste. Paolo Carsetti, segretario del Forum italiano dei movimenti per l´acqua, ricorda che in Italia le privatizzazioni del servizio sono cominciate da metà degli anni ´90, comportando una riduzione degli investimenti (da 2 miliardi di euro a 700 milioni di euro l´anno), mentre nei prossimi anni i gestori privati prevedono un aumento del suo consumo pari al 18% (laddove a fronte della crescente scarsità della risorsa sarebbe opportuno un piano di risparmio).

L’acqua è di fatto controllata dalle SpA quotate in borsa e dal Consiglio Mondiale dell´acqua, e quindi dalle multinazionali e dalla Banca Mondiale, appartiene insomma a qualcuno che ci mercanteggia e ci guadagna, non è più un elemento naturale, e nemmeno un diritto, ma semplicemente una merce.

L´acqua di Talete era un tutto, era ovunque e in nessun luogo, non era ancora l´acqua che esce dai rubinetti e delle bottiglie di plastica, essa era il principio primo su cui verteva la ricerca razionale: aveva le caratteristiche dell´universalità, sarebbe stata impensabile la sua "privatizzazione". Di Talete si racconta che una volta cadde in un fosso perché troppo assorto nella contemplazione del cielo; lo stesso studio degli astri gli permise poi di prevedere un abbondante raccolto di olive e di speculare sulla compravendita di torchi. A chi lo derideva per la sua povertà e la sua sbadataggine, dimostrò che arricchirsi è facile, ma non è una preoccupazione a cui dedicarsi in modo esclusivo: soprattutto per chi, come il filosofo, cerca la sapienza, e per chi, come abitante della "polis" greca, cerca il bene comune. Inoltre, dimostrò che il pensiero ha la capacità di muoversi nella realtà, anzi, è il suo stesso movimento: mobile, come l´acqua.
Come si suol dire, da allora di acqua ne è trascorsa molta, e la sapienza e la "polis" non sono più di moda da un pezzo. Oggi, la battaglia per restituire all´acqua un preciso valore di bene pubblico è paradigmatica della ricerca di un modello di società capace di sottrarsi dalla logica dello sfruttamento e del profitto.
Infatti, da tempo cittadini e amministratori responsabili si sono organizzati, sia come coordinamento internazionale sia nei diversi contesti, per contribuire a cambiare il quadro normativo vigente, in cui prevalgono il peggioramento del servizio, l´aumento dei costi, la riduzione degli investimenti, la precarizzazione del lavoro, lo spreco sistematico. Attualmente è in corso una campagna per la modifica degli statuti provinciali e comunali.

Nessun commento:

Posta un commento